Nell’Aprile
2015 la forza di Raphael Shanti fu tanto
determinante da intuire che ci voleva una inversione di rotta pratica e
certa. L'umanità non poteva e non può procedere nella diffidenza e nell'isolamento. Ci voleva una inversione
di contenuti che potesse ricongiungere
le volontà assopite, dare forza ai cuori
desiderosi di ricongiungersi l'un l'altra/o capace di rinsaldare quell'antico
legame che riuniva le braccia nella solidarietà senza doppi fini . Raphael
Shanti non raccoglie proseliti, non cerca persone, ma nell’abbraccio esteso
dell’amore accoglie altri al pari.
Scopi: unire alla partecipazione persone dal cuore
Buono e propense alla sua espansione ,
persone che a causa dell’individualismo sono costrette a frenare la loro
presenza diretta agli altri. In un mondo
carico di diffidente paura non è facile
aprire il cuore, ma la tendenza al rinnovamento vuole costruire fiducia ,
comprensione ,e incondizionato amore. Un amore aperto agli altri non può e non
deve rimanere isolato. Tutto l’universo è collegato tutto e informato dalla
stessa matrice l’attrazione che è amore.
E’ comodo e facile desiderare una umanità diversa
quando il cambiamento non parte da te. Mediante
una disciplina mentale e di azione attivati
a migliorare te stesso. Questa ti sarà data al momento della richiesta
di partecipazione. In altri casi non verrai ammesso.
Principi
L’Unità è un valore.L’Etica è un valore.L’Amore è un valore.La Comunità è un valore.
Ciò che sei è un valore.Ciò che fai è un valore.Il Dono è un valore.
Pensare e agire in comunità è un valore.La condivisione e la comprensione sono un valore.
Scopi: ristabilire i principi della nobiltà interiore ed esteriore unità tra la sapienza del corpus mundi anima e dell’intero universo nella Verità, nell’Amore, nella Condivisione, nella Comprensione e nella Solidarietà.
Economia.
Eco compatibile,
equa solidale per promuovere un guadagno
dignitoso, mai il profitto che possa altrettanto favorire una vita
dignitosa esente dall’arricchirsi a discapito degli altri. Alimenti regionale o
locali a chilometro quasi zero. Allevatori ed agricoltori ed artigiani in
comunione con la cultura del dono Giusto equilibrio dal l’avere ed il dare per
il resto opere del dono. La visione come il profitto è piramidale un
arricchimento di beni a discapito di altri
e nemmeno a doppio senso lineare
quale lo scambio “dare ed attendere il
ricambio” ed altresì come lo è il baratto, io do una cosa e tu ne dai un’altra,
la visione è circolare cuore a cuore dove il cerchio è la comunità intera che
dona ciò che può. Come in natura è
fondamentale che tutti gli esseri viventi concorrano al benessere del pianeta cosi
nella visione circolare uno dovrà contare sugli altri e gli altri sull’uno.
Questa visione circolare opera in mutualità.
Il merito non è avere di più ma
donare di più è nella mutualità che si esprime l’equilibrio . Mentre l’economia
messicana è in declino nella città di Juchitan di 100.000 abitanti
c’é un tipo di fiorente economia fondata sul dono. I prodotti locali sono molto
più apprezzati e la gente va fiera del cibo, dei vestiti e della tradizione. Infatti in quella città
nessuna multinazionale ha mai attecchito.
Così sarebbe per il prodotto italiano riconosciuto in tutto il mondo e purtroppo viene taroccato.
Basterebbe un vero senso di appartenenza al paese di origine opposta alla speculativa Globalizzazione per fondare una naturale salvaguardia della cultura locale. In quella città l’apice del prestigio non viene raggiunto da chi ha più danaro , ma da chi ha dato più degli altri. L’economia non è fondata sull’accumulo di ricchezze, ma sulla condivisione di beni secondo il criterio che premia la mutualità. Questa economia del prestigio ruota attorno al rafforzamento del legame sociale e dal festoso consumo dei beni che anziché essere accumulati dai singoli individui circolano come dono.
“ tale
aspetto qui si può incrementare con la mutualità e la solidarietà”
- comunità
famiglia-
La cultura dello Juchitan è matriarcale o matrilineare e sono le donne ad avere una casa, a gestire l’economia ed il commercio. Dal canto mio vorrei unificare ; il femminile ed un maschile consapevoli ed evoluti uniti per una società che abbia come scopo una vita ed una umanità diversa.
Con il gruppo consolidato di Cherubini frazione di Cerea Rovigo e sulla base delle culture prima della nostra era a tal proposito Raphael Shanti propose le seguenti linee guida.
- PRATICARE AMARE SERVIRE
- SACRO PENSIERO, SACRA PAROLA E SACRA AZIONE .
- AMORE INCONDIZIONATO E SOLIDALE.
- REALE SENSO DI RICONOSCIMENTO E GRATITUDINE.
- ATTINENZA ALLA PAROLA DATA.
- CULTURA DEL DONO.
- CULTURA E VISIONE DEL NOI OPPOSTA ALL'INDIVIDUALISMO.
- RECIPROCITA' NELL'ATTENZIONE A SE' ED AGLI ALTRI.
- REALE CONDIVISIONE E COMPRENSIONE.
- ATTIVA COMPARTECIPAZIONE.
- ACCOGLIENZA DEL DONO.
- FIDUCIA.
- NON GIUDICARE.
- NON CRITICARE
- PERDONO
- ATTENERSI ALLA VERITA’ OGGETTIVA
- SUPERAMENTO DELLA INNATA DIFFIDENZA.
- ABBRACCIO D'AMORE.
Ampliamento dei punti sopra
Un tempo i saggi governavano ed i “sudditi” erano
alleati di saggezza. La formazione personale
era oltre la moderna visione tecnologica ed integrava la conoscenza del cosciente con un profondo stato di consapevolezza. Il bambino
veniva inviato alla scuole di pensiero, di filosofia ed alle "scuole
di vita" . Qui apprendeva l'arte del Sapere, l'arte della conoscenza di
se, una capacità di conoscere la
metafisica un autorevole disciplina di autocontrollo mentale unita ad una formazione di sviluppo delle capacità intuitive ed extrasensoriali compreso il raggiungimento di una integrata acquisizione di unità con il
tutto UNO. Non meno anzi erano incentivate le conoscenze
astronomiche ed astrologiche quale riconoscimento di appartenenza all’universo
unità di conoscenza delle facoltà intrapsichiche ed alle delle scienze di
natura, compressa la scrittura e la letteratura dei testi antichi. In questo contesto il bambino
divenuto adulto manteneva in serbo l'insegnamento ricevuto, garante era la sua
integrata formazione . Anche nelle società matristiche composte da un insegnamento orale ampio
spazio era condiviso alla crescita interiore, alle conoscenze astronomiche e astrologiche
unite alla scienza della consapevolezza
unitaria, yoga o Tantra perfetto. Si ricorda qui che l'astronomia sorse con le madri.
Punto 1
PRATICARE AMARE SERVIRE
Punto principale dell'Eremo di Shanti.
Con la pratica giornaliera si diventa signori e signore della mente ed una volta giunti il piccolo io egotico si evolve in un almlifficato amore rivolto a tutti gli esseri.
Dallo stesso amore spontaneo sorge la condivisione spontanea,servizio agli altri al pianeta agli animali e alle persone...
La pratica più nobile del dono è donare se stessi la realizzazione
Quando il pensiero e la parola trovano fondamento nel
Dharma o Via delle Rettitudine, di
conseguenza le azioni manifesteranno una
giusta collocazione. Lontane saranno le contraddittorie incertezze, le ambigue
paure, i timori contrastanti ornati dal
dubbio. Una persona così combinata non potrà
che portare disordini, malumori e scompiglio a se ed ad altri. Una mente
instabile sarà come il tempo: sereno, variabile con moto ondoso in aumento e nel
suo inconscio intento sarà portatore e datore di sofferenza. Mantenere la direzione del pensiero, della
parola e dell'azione desiderata e
condurla a termine sarà sinonimo di consapevole maturità e di integrata
consapevolezza.
Punto 2
SACRO PENSIERO, SACRA PAROLA E SACRA AZIONE
L'amore senza presenza e privo di consistenza pura evanescenza che si traduce in esteriore realtà.
L'amore attrazione è nell'estendersi da
un corpo ad un'altro, da una forza all'altra,estensione esprimente la sua luce,
la volontà di condivisione e non può in
altro modo . In un mondo gremito di informazione,
di tablet, di cellulari è facile comunicare tanto che l’informazione si
trasmuti in una iper comunicazione quale rimedio alla noia e dall'isolamento. Ogni giorno miliardi di sms e di mms invadono le linee
telefoniche ma siamo sicuri che questa procacità comunicativa possa
trasformarsi in un reale interesse? Molti di questi messaggi sono vestiti degli abiti dell'individualismo o
del superficiale opportunismo; comunicare per i propri scopi personali. Privo di una incondizionata solidarietà l'Amore e come un
involucro mancante di contenuto reso assente
e deprecabile. Nelle società matristiche la visione di aiuto era ed è a tutt'oggi reciprocamente invariata : tutti per
uno e tutti per tutti. In queste culture non è raro trovare gli abitanti del villaggio uniti nel costruire la casa per un'altro, dividere il pescato, la selvaggina, il
raccolto oppure trovare uno stuolo di madri intente alla cura e alla custodia dei bimbi alla loro crescita
figli e figlie della grande famiglia. Il
sunto dell'Amore era e qui si intende presenza partecipata priva di secondi fini o
scopi personali. L’Amore accoglie e abbraccia tutti e nel suo infinito
abbraccio si veste dei colori e del profumo dell’essenza delle anime, corolle di
petali racchiusi nel mare: umanità.
SACRO PENSIERO, SACRA PAROLA E SACRA AZIONE
Punto 3
AMORE INCONDIZIONATO E SOLIDALE
In questo snaturata ed individuata visione non
vi è posto per la gratitudine. Quando un
io egoico è accentrato sull'interesse ad uso
ed abuso della bontà altrui non c'é che rimpiangere quei popoli “primitivi” pieni
di gratitudine dove la bellezza dell'uno splendeva a favore dei molti, il
tessuto sociale era coeso non frammentato. Era d'uso riconoscere il bene
ricevuto e ampliando il proprio cuore si offriva al donatore riconoscenza e bontà. Ora tutto è scontato e dall'individualismo messo in
usura tanto da lesinare un grazie attribuendo al donatore una sorta di scontato dovere .
Rammento che dove assente la gratitudine
è assente il Dharma e dove questi rimane
offuscato di conseguenza nel
mondo regneranno sofferenza e caos.
Punto 4
REALE SENSO DI RICONOSCIMENTO E GRATITUDINE
REALE SENSO DI RICONOSCIMENTO E GRATITUDINE
Dove il Dharma
assente vengono meno la verità della parola e dell'azione . Oggi hanno valore i documenti scritti ma anche gli stessi non
trovano giustizia . In un mondo superficiale e foriero di inganni e dove la
mente cavallina bizzarra segue le
intemperie emozionali le parole trovano il tempo di un soliloquio mentale, tanto tutto passera nel dimeticatoio. Gli interessi
personali si tradurranno nella deficienza dell'accordo verbale le parole
saranno solo parole insignificanti per
nulla degne di uomini e donne sagge . Un tempo non era cosi la parola data era
una parola più che scritta gia che il suono prodotto era una creazione in opera
: un opera divina. Il saggio o la saggia
ponevano la mano destra con il pugno chiuso sul lato sinistro del cuore
affermando la loro lealtà al mantenere al parola . Se un uomo o una donna non manteneva la
promessa fatta ed in tal senso causando un danno ad altre persone veniva punito allontanato o esiliato dal clan o dal
villaggio .
Punto 5
ATTINENZA ALLA PAROLA DATA
ATTINENZA ALLA PAROLA DATA
Opposta all'individuata visione dell'io che si
ritraduce nel profitto personale a discapito della comunità la cultura del dono
è una manifestazione dell'amore condiviso, natura dei molti privi di io. Esente
dal danaro e dalla prestazione , l’amore si erge a donazione di sé quale integro cuore. Tempo, opere, attitudini,
vengono donate senza riserve tanto da formare una rete solidale capace di esercitare un'attiva e costruttiva
compartecipazione . Ciascuno sulla frequenza del noi darà per ciò che potrà,
non ciò che si sentirà di dare. Il sentire di donare o meno una cosaè ancora una via di identificazione con se
stessi. Dare per ciò che si può è una attivazione a donare in merito alla frequenza d'amore che ama donare non
mantenendo in serbo qualcosa per i propri
scopi personali. Esente da danaro la libera fruizione d'amore è un atto di
coscienze compiute che non lesinano il dono anzi lo acclamano . La cultura del
dono è oltre lo scambio equivoca attesa di attendere un riscontro dell'offerta
prestata. La cultura del dono è un incentivo alla realizzazione dell' amore
comune che come la natura da senza chiedere nulla in cambio
Punto 6
CULTURA DEL DONO
Il Dono non è carità e nemmeno elemosina ma un contributo alla solidarietà che è vera condivisione, intrinseca natura dell'amore.Ciascuno in una coscienza sociale e condivisa (NON INDIVIDUALE) deve dare ciò che può. Fate attenzione a non lesinare il vostro contributo, vigilerò e vigileremo. Basta con l'individuale ed egoica partecipazione, altra visione ci attende.
CULTURA DEL DONO
Il Dono non è carità e nemmeno elemosina ma un contributo alla solidarietà che è vera condivisione, intrinseca natura dell'amore.Ciascuno in una coscienza sociale e condivisa (NON INDIVIDUALE) deve dare ciò che può. Fate attenzione a non lesinare il vostro contributo, vigilerò e vigileremo. Basta con l'individuale ed egoica partecipazione, altra visione ci attende.
Foriera di separazione la falsa cultura dell'io ha
raggiunto vette e distruzioni insostenibili: un io prevarica sull'altro, uno
spazio sormonta l'altro. La vita è divenuta una corsa alla guerra se anche silente
gioca le parti di una versione di rivalità. Un io per nulla condiviso
anzi schivo e diffidente della vicinanza altrui mentre in questa separazione il
caos dominante si traduce nell'imperante potere del più forte anzi ne viene incentivato:
separazione:uguale dominio. Nella società matristica la cultura sociale era in
base al noi, mai all'io personale. L'identità era un circolo collettivo; il
clan, la famiglia,aggregati a più nuclei. Ciò che rimane oggi sono i residui di una grande famiglia tradotta nel piccolo nucleo al massimo formato da quattro persone figli
compresi. Piccoli nuclei impregnati del piccolo ed individuato io alleato con
altri consimili. La visione culturale del noi
è un grande cerchio ove tutti al pari sono eguali e dall'altra la cultura dell'io è in forma piramidale uno al vertice gli altri in basso o lineare prima uno e poi l'altro ed in questa successione si cela l'infrastruttura
del diverso. Il valore viene dato dalle capacità del più alto d' intelligenza, comando,
prestigio, esteriorità. Nella egualitaria cultura del noi tutti erano e sono al pari e come la natura tutti in egual modo concorrono al benessere
collettivo: la vita.
Punto 7
CULTURA E VISIONE DEL NOI OPPOSTA ALL'INDIVIDUALISMO
CULTURA E VISIONE DEL NOI OPPOSTA ALL'INDIVIDUALISMO
Nel noi c’è posto per tutti, un anello congiunto che
unisce , abbraccia, scalda e presente illumina d'amore. In questo cielo ogni cosa del molteplice
personale si trasmuta nell' impersonale
visione tutti siamo uniti dello stesso abito, tutti siamo Uno nelle apparenti sfaccettature
del diverso. E mi piace respirare l'aria di unità di reciproca appartenenza. Un
attenzione al piccolo e apparente particolare del cuore pari al grande, l'amore senza distinto profuso alla grande brezza dei respiri,
aliti e sensazione, emozioni ed unificanti sentimenti. Qui si accorda il Cuore
il mio e trova unità con altri che finalmente condividono il grande desiderio;
Amare senza riserve liberi di lasciare fruire il Cuore.
Punto 8
RECIPROCITA' NELL'ATTENZIONE A SE' ED AGLI ALTRI
La comunità del Noi condivide esperienze, gioie, dolori,
felicità, lutti, amarezze, dispiaceri. La comunità del Noi condivide difficoltà,
bisogni, interessi e questa comunità é vocata all'aiuto concreto, non parole.
Libera si offre e felice nel condividere ama l'altro pari a se.l'Amicizia incondizionata è alla base
dell'amore compiuto, senza nulla chiedere si offre totalmente per il bene
dell'altro e da questi ne comprende le infinite sfumature , un medesimo vestito
e medesimo fine. Nella visione
impersonale comprendere significa essere altri
situazione e vita compresa, significa spogliazione dei personali e
valutativi criteri che accolgono in toto l'altro , specifica la frase: “indossando” i suoi mocassini.
Punto 9
REALE CONDIVISIONE E COMPRENSIONE
Essere nella comune del Noi significa conoscere la
legge dell’interdipendenza dei Dharma: una cosa c'è perché quell'altra esiste,
l'altra non c'è perché quell'altra è inesistente. Fate attenzione ai vostri pensieri ed alle vostre azioni che in qualche modo implichino l'esistenza altrui se non in
armonico accordo potrebbero arrecare danno
e sofferenza. Fondata sul reciproco Amore la comunità del noi e attiva
compartecipazione ; amo gli altri al pari di me in una inscindibile complicità. Un fiore non potrebbe
esistere senza il concorso di molteplici fattori, questo è la fonte del Dharma. La mia azione sarà
l'azione di altri cosi lo saranno i miei
pensieri, la mia parola.
Punto 10
ATTIVA COMPARTECIPAZIONE
In questa cultura isolante dell'io individuato è
molto difficile accogliere o accettare la via del Dono, troppi contrasti,
troppe delusioni accompagnano la nostra esistenza che si traduce in una impossibile
ed inammissibile visione che altri in modo incondizionato possano fare
dono della loro esistenza. Molti sostituiscono la diffidenza nella natura del
dono con l'impulso al donare: meglio
donare che attendere da altri Amore.
Accogliere il dono significa disattendere le attese, abbandonarsi all'Amore,
sapere che altri senza chiedere lo faranno per te e senza allarmismi potrai riposare su un fiore di loto che si erge dal fango, trovare braccia che
potranno sorreggerti abbracciarti, amarti.
Punto 11
ACCOGLIENZA DEL DONO
Un animo sensibile,
aperto privo di riserve in modo sovente viene tradito nell'amore che costantemente verrà
minato nella sua più integra estensione.
Ma lo stesso l’Amore non subirà soste, anche se ferito continuerà ad amare.
Come un fiume che ha come unisco scopo il mare cosi l'amore tradito non si fermerà,
nessuna ragione al mondo lo potrà fermare in quanto aderente alla coscienza
prima non potrà che seguirne il corso ;amare. E'certo che le ripetute prove lo
metteranno a rischio di diffidenza, ma un cuore maturo procederà dovunque,
ovunque, comunque. Voglio un mondo dove
ci si può fidare l'un l'altra/o dove le
parole non siano rumore e dove le azioni non siano un insensato movimento.
Vorrei che la chiarezza sia regina, la lealtà sia sovrana dove i domini
dell'impero dell'Amore siano prosperi per il bene comune; sincera sia la Via della Verità. Voglio un
mondo di esseri allineati all'espansione delle coscienze uniti e consapevoli
che il respiro della vita non sia un mero riempitivo passatempo e dove il cuore
aperto del mare possa accogliere al pari
ogni creatura .
Punto 12
FIDUCIA
Lontano dalla morale e dal giudizio le madri
costruirono una armoniosa civiltà fondata sulla parità ed eguaglianza. Come la
natura che non separa questo da quello ma tutto integra nel grande tutto, ciascuno era integrato sotto l'abbraccio
della Madre, Dea, Divina Verità. La madre accoglie ,ama, protegge, cura , la madre
espande i suoi fiori, figli e figlie della stessa stella e in Amore vede tutti
al suo pari. Nessuno è alto nessuno è
basso tutti hanno posto in questa
meravigliosa terra; Gaia. La madre non giudica anzi consiglia e dalla sua saggezza vede , non opinione dal momento del consiglio conosce quale sia la cosa giusta o sbagliata. Dal suo occhio equanime vede tutti sullo stesso orizzonte
ed in questo illuminante cielo
riconosce l'armonico ed il disarmonico,
la gioia e il dolore, il pianto e il sorriso. La madre come la natura cura, ama
nell'Amore che è silente,Vita manifesta nel grande desiderio di Unità . In questa unità nell'abbraccio infinito
vuole tutti a sé consapevoli e pieni di
ciò che è illimitato e indicibile. La
madre sa tagliare i rami secchi e piantare nuove forme di vita, la madre
genitrice educa e nel suo racconto interminabile di ere riconosce la
via migliore proiettata verso il bene. Lei madre del Dharma eleva i suoi figli alla realizzazione.
Punto 13
NON GIUDICARE
Esente dalla personali
interpretazioni la verità è solo impersonale ed oggettiva.
La verità non si contrappone alle soggettive ed emotive
visioni essa è ciò che è e ciò che è stato sarà. La verità si traduce in pensieri parole
ed azioni e su questa base afferma se stessa. Per l’uomo la Sintesi della verità si
traduce in fatti e oggettivi accadimenti . Il saggio dovrebbe trovarsi schivo
dalle personali interpretazioni dettate dall’euforia emozionale, queste si
vestiranno di un ambiente impregnato del particolare separato dal lontano contesto della verità. Il saggio dovrà essere imparziale non giudice ma colui
che privo dalla distinzione che sa
distinguère e vedere oltre le
motivazioni personali saprà chi ammettere o allontanare.
Punto 14
NON CRITICARE
NON CRITICARE
La critica è un veleno immesso nella cortina
dell’aura dell’altro è un aggiungere un maleficio alla struttura fisica e
sottile giàcchè è unta di sostanza
intenzionale che si insinua nella linfa
del criticato. La critica può annientare ed uccidere nella vita nella personalità essendo esente da qualsiasi timbro di bontà, anzi se
protratta nel tempo, diviene la causa alienante di molti malesseri psicologici e
può essere causa di suicidi. Mai
criticare perché nella critica si
scatena aggressività, svalutazione ed innalzamento dell’io egotico: io meglio
di altri, in quanto sull' altare del meglio sarà innalzato solo colui che si
loda; altri inferiori.
Punto 15
PERDONO
PERDONO
Lascia a terra e procedi ciò che è passato non
ritornerà e ciò che è
futuro sarà da formare. Il perdono è la porta della
felicità, della naturalezza del dono che dolce prende ciò che lascia consegnando
tra le mani una calma serenità. Il
perdono è tranquillità nell’anima di non aggravare il passo gremito di ricordi, di colpe vacanti, di identità, di punitivi indicatori. Libera la mente e scorri
come il fiume che desidera intrepido e calmo il mare, là potrà unirsi alle sue
acque profonde e ritornare un tempo tra le nuvole. Non v’è più bella cosa viaggiare freschi e
liberi a modo che sia il presente a portarvi dove il cuore richiama. Sii grato
a coloro che inconsapevoli vi hanno arrecato dolore, nell’ignoranza ciascuno è
carente nessuno è liberato dal fardello dell’azione e nemmeno i ricordi faranno
rivitalizzare un’altro tempo. Ciò che è stato non ritorna, passato è dalla
porta del perdono, tutto è redento pacificato; la resurrezione è compiuta ora è tempo di andare. Così liberato e in pace camminerai come il vento su questa piacevole
e redenta terra.
Punto 16
ATTENERSI ALLA VERITA’ OGGETTIVA
ATTENERSI ALLA VERITA’ OGGETTIVA
Questa prospera apertura crescerà e si svilupperà oltre la fiducia e si espanderà nella normale
vita di ciascuno; finalmente al tramonto la diffidenza , il sospetto, l'attesa
del triste dono della sofferenza dell'altro; basta e tempo di promuovere felicità,
molti consimili sono in attesa di unirsi, non attendono altro. I simili si
riconosceranno, si parleranno, comprenderanno e in questa comune visione rafforzeranno
le loro espansioni; non più soli ma altri insieme risonanti: libertà di
respirare vero amore, vera unità.
Punto 17
SUPERAMENTO DELLA INNATA DIFFIDENZA
Si riconosceranno, si evidenzieranno, loro
abbracceranno, loro ameranno senza distinto con Cuore puro, lontane saranno le
distanti strette di mano, abitudini del soldato privo di arme. Nell'abbraccio
possiamo sentire, accogliere in reciproco modo la presenza dell'altro, il suo
essere e ci sentiremo confortati,carichi colmi
di nutrimento d'Amore. Ci farà bene donare e ricevere amore, ci farà
bene.
SUPERAMENTO DELLA INNATA DIFFIDENZA
ABBRACCIO D'AMORE
1. Compito dei rinnovatori è aiutare altri al superamento delle diffidenza, della sfiducia, del formato individualismo a modo che possa sorgere negli assopiti cuori pieni di amore l’alleanza, la condivisione, il reciproco aiuto, la solidarietà consci che una accentuata e soggettiva visione personale non potrà che essere fautrice del radicato individualismo”chi si isola rimane isolato” e che una buona dose di impersonalismo fiorirà nella Matrice di condivisione e reciproca comprensione .
2. Scopo dei rinnovatori è di formare una rete di Amore Incondizionato
e Solidale lontano dallo scambio e dal danaro, sulla base della reciprocità del
Dono nella estensione di una reale
presenza gli stessi offriranno in modo
spontaneo e gratuito competenze, capacità e conoscenze..Inoltre l'offerta di ospitalità, vacanze, cura dei bimbi e compreso agli adulti fornire una educazione spirituale unita alla
cultura del dono.Verrano donate cure mediche,
supporto olistico e terapie naturali. Vi saranno spettacoli, arte musica, danza e molto altro ancora.
3. Si organizzeranno feste del dono chi avrà di più donerà
più degli altri, tutti concorreranno in
base alle loro possibilità. Vi saranno mercati e vendita di prodotti locali e
di artigianato ove le persone potranno acquistare prodotti a prezzi equi e solidali. Si organizzeranno feste dei
solstizi e degli equinozi, feste della luna piena e feste delle comunità, maschi
e femmine e bambini uniti per festeggiare una nuova umanità solidale e
condivisa.
4. Aventi la natura del
dono al di la del bieco profitto verranno promosse attività olistiche a modo che artisti e operatori , potranno in tranquillità svolgere
la loro attività senza dover versare ingenti somme. Resta chiaro che un
dignitoso guadagno sarà alla base di una reciproca condivisione, il resto verrà
donato per attività di comunità.
5. Le persone che riceveranno in dono prestazioni e
competenze dovranno attenersi ai punti della gratitudine,donare ciò che possono
pena la sospensione del dono e nella rettitudine del Dharma dimostrare di essere bisognosi
e non approfittare della funzione del dono.
6. I rinnovatori innalzando il dialogo aborriscono e
sono completamente contrari ad ogni tipo di violenza anzi da questa ne tengono
le distanze.
6. I rinnovatori innalzando il dialogo aborriscono e
sono completamente contrari ad ogni tipo di violenza anzi da questa ne tengono
le distanze.